venerdì 14 giugno 2013

Le "Cariatidi" di Franco Massanova al MARTE di Cava de' Tirreni


[Pubblicato su Le Cronache del salernitano, 9 maggio 2013, p. 14.]
Evocano un'atmosfera primordiale inalterabile, le “Cariatidi” di Franco Massanova: i due polittici presentati venerdì al MARTE di Cava dei Tirreni, ciascuno dei quali costituito da quattro pannelli (tecnica mistica su tela), emanano il fascino selvaggio di volumi aggettanti da una massa rocciosa. Il vigore di questi muscoli di pietra è esaltato dalla tensione trasmessa dalla combinazione di profonde venature e sporgenze arrotondate, qua e là illuminate da colpi di luce o ravvivate da coloriture che tuttavia permangono nella gamma fredda, propria delle coltri di muschio o degli affioramenti di ossidi spesso presenti lungo le pareti di forre e caverne. Ciò lascia supporre legittimamente che, nel caso in questione, il cuore segreto del Cilento, terra d'origine dell'artista, possa averne ispirato l'opera, sia pure entro i canoni della progressiva, sempre più spinta astrazione incentrata sul rigore formale, che gli sono propri. Come si addice alle canèfore, queste mute presenze mostrano una forza composta, che è più slancio che sforzo, più anelito all'infinito che ostentazione di potenza. Non è dato sapere, infatti, quali masse poggino su queste eleganti nervature; né dove si trovino le loro estremità, sebbene lo si possa intuire, grazie all'estrema cura delle proporzioni che traspare da questi lavori. Pregne di senso, si stagliano su sfondi indefinibili, già paghe della propria esistenza, o tutt'al più si limitano a solennizzare misteriose soglie, appena suggerite, che si spalancano su una tenebra insondabile e devono forse la loro importanza unicamente alla funzione liminale.

Completano l'esposizione dodici opere esemplificative della produzione più recente, collocate al piano superiore, nella cui concezione l'inventiva di Massanova si è esercitata su forme raggomitolate, compatte, articolate da rapidi segni molto marcati, che danno luogo a composizioni monocrome o basate su delicati accostamenti cromatici che illuminano la superficie grazie a un sottile gioco di trasparenze. Ed è proprio il binomio segno-colore, con la rispettiva ripartizione di ruoli – l'organizzazione dello spazio affidata alla linea, la profondità resa attraverso il colore – , che lega fra loro questi ultimi lavori, culminanti proprio con la felice sintesi dei due polittici, nei quali i risultati della più recente ricerca sul colore si sposano perfettamente con quelli delle lunghe esplorazioni delle potenzialità del nero e delle ombre.
La mostra, che prosegue la fortunata serie di iniziative promosse dalla Fornace Falcone, potrà essere visitata fino al 19 maggio, dal martedì alla domenica, negli orari d'apertura della struttura.

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