venerdì 14 giugno 2013

L'evoluzione del colore in Sergio Scatizzi



Alcune opere esposte.
[Pubblicato su ROMA Cronaca di Salerno e provincia, 12 aprile 2013, p.26.]
A pochi anni dalla scomparsa, la pittura di Sergio Scatizzi (1918-2009) torna alla Galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta con “Opere scelte”, che ripropone gli olii dell'artista toscano a suggello di una lunga amicizia e collaborazione, le cui origini sono rappresentate simbolicamente da un “Vaso con fiori” del 1956 che incanta per i delicati accordi cromatici: un tema ricorrente nell'opera del Maestro, destinato a riproporsi recando via via i segni di un'evoluzione continua. La vicenda di Scatizzi, ben rappresentata da questa mostra antologica, non è infatti caratterizzata dalla mutazione di temi e soggetti – fiori, frutti, paesaggi toscani, che anzi si ripetono negli anni, sia pure con una connotazione sempre nuova – , ma dalle tracce di un attraversamento mai sterile delle fasi della storia artistica del Novecento, che egli ha saputo vivere riconducendo il portato delle varie esperienze in un discorso coerente.
Scatizzi, “la cui pittura crea natura nell'atto di idearla” (Alfonso Gatto), prese le mosse da una profonda conoscenza della nostra tradizione figurativa. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta si accostò all'informale sviluppando una poetica che alla sensibilità verso la rivelazione della struttura intima della materia, tipica di quel movimento, accostava il piacere di una pittura sensuale, fatta di decisi colpi di spatola e vigorosi impasti di colore che concorrevano, con il loro andamento plastico ora disteso ora tormentato, a una definizione delle forme che in realtà era più suggerita che esplicitata, fino a sfociare, nell'ultimo decennio di attività, nell'esplosione vitale di un “barocco informale”, segnato dall'impeto del gesto e dal trionfo del colore, che aprirono la strada a nuove esperienze come le "Nature metafisiche", tendenti all'astrazione, e le "Carte dipinte", i lavori su carta francese degli anni Novanta, altra felice tappa del suo percorso creativo. Queste ultime opere sono per lo più paesaggi resi, per la peculiarità del materiale utilizzato, con tocchi più lievi e tuttavia sempre conformi allo stile consueto, che si segnalano per la luminosità e i vivaci accostamenti cromatici mediante i quali si sviluppa una successione di quinte capace di trasmettere il senso della dimensione spaziale, della profondità, attraverso una scansione prevalentemente verticale: tra la calma distesa di ampie campiture di colore e il gesto ancora veloce, nervoso, l'ultimo Scatizzi segna lo spazio pittorico rendendolo vivo, abitabile.
La mostra è visitabile fino al 4 maggio, dal martedì al sabato: ore 10,30-12,30; 17,30-20,00.
Alcune opere esposte.

Nessun commento:

Posta un commento