mercoledì 13 novembre 2013

Il gruppo speleologico salernitano nell'underground del ravennate

di Aristide Fiore

Il logo della manifestazione.
[Pubblicato su Le Cronache del Salernitano, venerdi 8 novembre 2013, p. 9.]

Una rappresentanza del Gruppo Speleologico CAI Salerno ha partecipato all'Incontro Internazionale di Speleologia “Casola 2013Underground”, che si è svolto dal 30 ottobre al 3 novembre 2013 a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna.

La speleologia, ovvero l'esplorazione di cavità naturali e artificiali, è un'attività nel contempo sportiva e culturale, che in Italia è praticata da circa 5.000 persone e abbraccia diversi campi del sapere. Gli speleologi, definibili essenzialmente come geografi del sottosuolo, ampliano spesso il loro raggio d'azione offrendo la propria collaborazione a ricercatori o enti preposti al governo e alla tutela del territorio, oppure proponendo iniziative didattiche e divulgative rivolte a un pubblico generico, a scuole e ad altre organizzazioni educative, come i gruppi scout e i gruppi di alpinismo giovanile del CAI.

Fondato nel 1989, nella sezione del Club Alpino Italiano di Salerno, il G.S.CAI SA è attivo soprattutto nella provincia di appartenenza, ricchissima di fenomeni carsici sia profondi sia superficiali. Fra i traguardi più significativi vale la pena ricordare le esplorazioni condotte nella Grotta dello Scalandrone (Giffoni Valle Piana) col Gruppo Speleologico CAI Napoli, nella Grotta Vado a Bracigliano, nelle Miniere di ittiolo di Giffoni Valle Piana e nella Miniera di lignite presso Acerno. Il Gruppo si è reso anche protagonista di interventi di bonifica ambientale, come il recupero di rifiuti nell'Inghiottitoio del Bussento, presso Caselle in Pittari, anch'esso effettuato in collaborazione col G.S. CAI Napoli. Ha inoltre contribuito alla diffusione della pratica speleologica nel nostro territorio, mediante l'organizzazione di ventitrè corsi di introduzione alla speleologia e molti dei suoi componenti si sono avvicendati nel Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico del CAI.

Ciro Bello (seduto su un masso)
 dopo l'escursione nell'Abisso Garibaldi.
La delegazione salernitana partita alla volta di Casola Valsenio era composta da Ciro Bello, Serena Bloise, Luca Campanile, Francesco Cosentini, Aristide Fiore, Rossana Graziano, Antonia Landi, Mario Petrosino, Sergio Santomauro e Vincenzo Sessa.

L'obiettivo principale della manifestazione, che quest'anno ha annoverato 3.539 partecipanti, molti dei quali provenienti da altri paesi europei, era la rappresentazione del mondo sotterraneo come parte integrante, sebbene meno visibile, del territorio. Basti pensare che quasi il 60% dell'acqua che utilizziamo o beviamo proviene da acquiferi carsici.

Gli speleologi salernitani hanno assistito alla presentazione di innovazioni tecniche e nuove scoperte. Alcuni di essi hanno partecipato a escursioni guidate nelle grotte della Vena del Gesso romagnola, un'importante area carsica dell'Appennino faentino: Ciro Bello si è cimentato nella discesa nell'Abisso Garibaldi, mentre Bloise, Fiore e
Bloise, Fiore & Petrosino: sosta al Collettor
e nell'Inghiottitoio a ovest di Ca' Siepe.
Petrosino hanno effettuato una traversata di circa 900 metri nel sistema dell'Inghiottitoio Ca' Siepe. Entrambe le grotte sono considerate molto impegnative, essendo costituite essenzialmente da cunicoli piuttosto stretti alternati a pozzi.
Il G.S. CAI SA aveva già operato nei gessi nel 1991, in occasione di una campagna esplorativa presso Agrigento. Non avendo coinvolto tuttavia le stesse persone, le visite alle grotte casolane, così diverse da quelle nostrane, formatesi nei calcari e caratterizzate in genere da uno sviluppo prevalentemente verticale e volumi più ampi, si possono ugualmente considerare una novità nell'attività del sodalizio campano.

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